sabato 14 febbraio 2015

La stima della resistenza del calcestruzzo in situ mediante prove distruttive e non distruttive

La stima della resistenza del calcestruzzo in situ mediante prove distruttive e non distruttive.
A. Masi DiSGG, Università degli Studi di Basilicata, Potenza (masi@unibas.it)

Le resistenza a compressione del calcestruzzo ha un ruolo cruciale nella valutazione degli edifici esistenti in cemento armato ed è difficile da stimare, per cui sono richieste specifiche procedure di stima. A tale scopo possono essere utilizzate prove distruttive e non distruttive. Nel presente lavoro sono sinteticamente descritte ed esaminate le principali e più diffuse prove di tipo non distruttivo (sclerometro, ultrasuoni, metodo combinato Sonreb). Riguardo ai metodi distruttivi le proprietà del calcestruzzo in situ possono essere stimate adoperando carote estratte dalla struttura. Le prove sulle carote, pur costituendo il mezzo di stima più diretto ed affidabile, forniscono risultati comunque diversi rispetto alle effettive resistenze del calcestruzzo appartenente alla struttura. Inoltre, poiché ragioni pratiche ed economiche rendono possibile estrarre un numero limitato di carote, appare utile affiancare ad esse prove di tipo non distruttivo per ottenere una stima sufficientemente completa ed affidabile del calcestruzzo nella struttura. Nel presente lavoro vengono proposte una espressione per valutare quantitativamente i principali fattori che influiscono sulla resistenza delle carote ed una procedura per stimare la resistenza del calcestruzzo in situ mediante prove distruttive e non distruttive.
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