La stima della resistenza
del calcestruzzo in situ
mediante prove distruttive e non distruttive.
A. Masi
DiSGG, Università degli Studi di Basilicata, Potenza (masi@unibas.it)
Le resistenza a compressione del calcestruzzo ha un ruolo
cruciale nella valutazione degli edifici esistenti in cemento
armato ed è difficile da stimare, per cui sono richieste
specifiche procedure di stima. A tale scopo possono
essere utilizzate prove distruttive e non distruttive.
Nel presente lavoro sono sinteticamente descritte ed esaminate
le principali e più diffuse prove di tipo non distruttivo
(sclerometro, ultrasuoni, metodo combinato
Sonreb). Riguardo ai metodi distruttivi le proprietà del
calcestruzzo in situ possono essere stimate adoperando
carote estratte dalla struttura. Le prove sulle carote, pur
costituendo il mezzo di stima più diretto ed affidabile,
forniscono risultati comunque diversi rispetto alle effettive
resistenze del calcestruzzo appartenente alla struttura.
Inoltre, poiché ragioni pratiche ed economiche
rendono possibile estrarre un numero limitato di carote,
appare utile affiancare ad esse prove di tipo non distruttivo
per ottenere una stima sufficientemente completa
ed affidabile del calcestruzzo nella struttura. Nel
presente lavoro vengono proposte una espressione per
valutare quantitativamente i principali fattori che influiscono
sulla resistenza delle carote ed una procedura
per stimare la resistenza del calcestruzzo in situ mediante
prove distruttive e non distruttive.
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